Guantanamo ancora attiva dopo 10 anni, mercoledì il compleanno

Sono passati quasi 10 anni da quando i primi detenuti varcarono le porte di Guantanamo con tute arancioni, capelli rasati, mani legate e testa incappucciata. Dall’11 gennaio 2002 la prigione, allestita all’estremità orientale di Cuba, ha accolto centinaia di "nemici combattenti", soprattutto talebani e sospetti membri di al Qaida prigionieri di guerra. Le amministrazioni americane, prima Bush e poi Obama, hanno parlato spesso di chiudere il campo, finito troppo spesso sotto i riflettori per il modo in cui sono trattati detenuti. Ma la prigione resta aperta e Obama si avvia a concludere il primo mandato senza mantenere la promessa di chiuderla.
L’idea di Guantanamo nacque in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001: gli Stati Uniti avevano dichiarato guerra all’Afghanistan e catturavano centinaia di prigionieri di guerra troppo pericolosi per essere custoditi nelle carceri locali. Dieci anni dopo, la maggior parte dei 779 detenuti transitati dal campo cubano sono stati trasferiti in altri Paesi e liberati. Restano ancora 171 prigionieri provenienti da Yemen, Afghanistan, Algeria e Arabia Saudita. Ma la sicurezza resta l’obiettivo primario degli americani e, visto che alcuni degli ex di Guantanamo sono poi ricomparsi con ruoli chiave nel terrorismo mondiale, i battenti del carcere restano aperti.
Il campo di Guantanamo, nel corso degli anni, è stato oggetto di molte polemiche: dalle accuse di tortura sui detenuti all’ambiguità del loro status giuridico, non definito chiaramente. Il trattamento dei prigionieri di guerra, negli ultimi anni, è migliorato leggermente. Hanno accesso a giornali e televisione e, mentre prima era vietato, ora possono anche fare alcune telefonate. Questi piccoli passi avanti non sono serviti a placare le organizzazioni a tutela dei diritti civili, che spingono per la chiusura del campo. "Guantanamo rappresenta 10 anni di mancato rispetto dei diritti umani da parte degli Stati Uniti", ha detto Rob Freer di Amnesty International.
Le pressioni di organizzazioni ed esponenti politici di tutto il mondo hanno portato il presidente americano Barack Obama il 21 gennaio 2009, agli albori del suo mandato, a firmare l'ordine di chiusura del carcere (ma non della base militare), che sarebbe dovuto essere smantellato entro l'anno. Ma il carcere resta attivo e dimostra come l’America, quando si tratta di sicurezza, non scende a compromessi.
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