Nuovo attacco di Trump alla stampa: "Sulla Russia sono solo notizie false"

Donald Trump sceglie di rompere il silenzio e di uscire allo scoperto per ripetere la sua verità, dopo lo scandalo russo che ha portato alle dimissioni del suo consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn. Quella del presidente americano è una conferenza di 1 ora e venti minuti, di ripetuti attacchi alla stampa, mettendo in dubbio, come ha più volte già fatto, la sua onestà e integrità. "La stampa è diventata così disonesta e fa un enorme disservizio ai cittadini americani. Dobbiamo parlarne, perché come presidente sono qui per cambiare quello che non funziona. Il livello di disonestà è fuori controllo", ha detto Trump dalla Casa Bianca prima ancora di accettare domande dei reporter.
"I media ci attaccano perché non vogliono quello che stiamo facendo", ha aggiunto Trump. E invece, "la Casa Bianca è una macchina che funziona alla perfezione", peccato che però, "per essere onesto ho ereditato un disastro. Un disastro. A casa e all'estero. Un disastro", ha aggiunto il presidente facendo riferimento a Barack Obama. Un punto centrale della conferenza stampa oltre ai media è stata la questione russa. Trump, più volte, ha ripetuto di "non avere nulla a che fare con la Russia", di non aver alcun contatto con Mosca e di aver sentito Putin, persona che "stima e che reputa molto gentile", in due telefonate dopo la sua elezione. "Non ho nulla con la Russia, non ho affari, non ho prestiti con la Russia", ha ripetuto.
Quindi è arrivato a parlare di Flynn che resta "una brava persona" che "ha fatto il suo lavoro" telefonando ai diplomatici russi. Il punto per Trump sta nel fatto che Flynn abbia mentito al vicepresidente Mike Pence, sui contenuti delle discussioni con i russi. Flynn infatti, pur avendo discusso di sanzioni, ha sempre negato di averlo fatto. E qui, per Trump, si ritorna al punto di partenza, alla stampa che "illegalmente" ha pubblicato delle fughe di notizie.
Il presidente americano proprio su questo discorso è stato chiaro: "Ho chiesto al dipartimento di giustizia di aprire una inchiesta sulla fuga di notizie", aggiungendo che chi le ha fatte uscire e chi le ha pubblicate dovrebbe vergognarsene.
Ci sono stati poi scontri con altri reporter in sala: Jim Acosta è stato più volte interrotto, preso in giro e attaccato per essere un giornalista di Cnn, una "fabbrica di notizie false". Trump ha anche scherzato sul fatto che il reporter ha lo stesso cognome del segretario del Lavoro (Alexander Acosta) che Trump ha scelto e annunciato proprio all'inizio della conferenza stampa.
Resta infine la questione del bando all'immigrazione, fermato settimana scorsa da un tribunale di Appello. Trump ha promesso: "La prossima settimana faremo un nuovo ordine esecutivo molto esauriente per proteggere la nostra gente".
Quello attuale prevedeva di vietare l'ingresso per tre mesi ai cittadini provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana. Poco dopo la conferenza stampa il dipartimento di Giustizia ha detto che sta lavorando a un nuovo testo, che rispetto al precedente, sarà "rivisto notevolmente" e prenderà in considerazione le questioni sottolineate dal tribunale d'Appello.
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