Russiagate: il procuratore speciale vuole interrogare Trump

Anche se secondo lui è una "caccia alle streghe", il Russiagate continua a perseguitare Donald Trump. Mentre il 45esimo presidente americano sembra credere che non siano sufficienti le scuse e le precisazioni arrivate dal suo ex stratega Steve Bannon, che ha rilasciate dichiarazioni controverse all'autore del libro "Fire and Fury", il procuratore speciale che sta indagando sulla presunta interferenza di Mosca nelle elezioni presidenziali Usa del 2016 e sulla potenziale collusione tra la campagna Trump e funzionari russi vorrebbe sentire il leader Usa. Lo scrive il Washington Post citando due fonti anonime.
Stando al giornale, Robert Mueller avrebbe segnalato a fine dicembre il suo desiderio di interrogare Trump nel corso di un incontro con i suoi legali, John Dowd e Jay Sekulow. Questi ultimi ora stanno studiando come evitare all'inquilino della Casa Bianca un incontro faccia a faccia e se imporre dei limiti a un tale appuntamento. Gli avvocati potrebbero spingere affinché il loro cliente possa rispondere ad almeno una parte delle domande in forma scritta come fatto da Ronald Reagan, il 40esimo presidente a cui Trump spesso si ispira. I legali stessi avrebbero discusso anche l'opzione di chiedere al team di Mueller di dimostrare di non potere raccogliere le informazioni desiderate in altro modo, ossia senza parlare direttamente con Trump.
Già nelle prossime settimane l'ex direttore dell'Fbi scelto dal dipartimento di Giustizia per occuparsi del Russiagate potrebbe sentire Trump e fargli una parte delle domande previste.
Ty Cobb, l'avvocato della Casa Bianca che supervisiona la risposta dell'amministrazione all'inchiesta guidata da Mueller, ha detto che "la Casa Bianca non commenta su comunicazioni con l'ufficio del procuratore speciale in rispetto dell'ufficio stesso e dell'iter" in corso. Secondo lui, "la Casa Bianca sta continuando la sua piena cooperazione con l'ufficio del procuratore speciale al fine di facilitare una soluzione il più in fretta possibile".
Ieri il Los Angeles Times scriveva che il procuratore speciale ha chiesto di interrogare di nuovo almeno uno dei partecipanti all'incontro avvenuto alla Trump Towernel giugno 2016, ossia in piena campagna elettorale. E' l'incontro che Bannon ha definito "sovversivo" e "antipatriottico" nel libro "Fire and Fury". Ieri l'ex stratega d Trump ha spiegato che le sue parole erano riferite all'allora direttore della campagna di Trump, Paul Manafort e non al figlio del presidente. Per lui Donald Trump Jrè un "patriota" e un "buon uomo" che "senza mai mollare un colpo ha promosso il padre e l'agenda che ha aiutato a rilanciare il Paese".
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