Siria, il presidente Trump: "Ora di tornare a casa, basta guerra senza fine"

"Gli Stati Uniti dovevano restare in Siria per 30 giorni, questo molti anni fa. Siamo rimasti e siamo andati sempre più a fondo a una battaglia senza obiettivi all'orizzonte. Quando sono arrivato a Washington, l'Isis dilagava incontrollato nell'area. Abbiamo sconfitto rapidamente il 100% del califfato dell'Isis [...] I curdi hanno combattuto con noi, ma sono stati pagati con soldi e armi per farlo. Combattono i turchi da decenni. Mi sono tenuto a distanza da questa battaglia per quasi 3 anni, ma è ora per noi di uscire da queste ridicole guerre senza fine, molte delle quali tribali, e di riportare a casa i nostri soldati". Lo ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per spiegare la decisione di lasciare il Nord della Siria, dove la Turchia ha intenzione di attaccare i curdi.
"Abbiamo catturato migliaia di combattenti dell'Isis, di cui la maggior parte proveniente dall'Europa. Ma l'Europa non li rivoleva, ci hanno detto di tenerli negli Stati Uniti! Ho detto 'no', vi abbiamo fatto un grosso favore e ora volete che li teniamo nelle prigioni statunitensi con enormi costi" ha aggiunto Trump. Poi, il presidente ha scritto che "come sempre, pensano che gli Stati Uniti siano 'gli stupidi', come sulla Nato, sul commercio, su tutto". "Combatteremo dove sarà a nostro beneficio e solo per vincere. Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e i curdi dovranno ora risolvere la situazione e pensare a cosa vogliono fare con i combattenti dell'Isis catturati dalle loro parti".
Ieri, la Casa Bianca ha annunciato che il presidente Trump ha dato il suo appoggio per un'operazione militare turca contro le forze curde presenti in Siria, vicino al confine con la Turchia. Ankara considera come "terroristi" le forze curde che hanno combattuto con gli Stati Uniti contro l'Isis nel nord della Siria. La decisione di Trump, scrive il New York Times, va contro tutte le raccomandazioni fatte dai massimi funzionari dei dipartimenti di Stato e Difesa, che volevano continuare a tenere un numero ridotto di soldati statunitensi nell'area. La Casa Bianca ha comunicato che "la Turchia comincerà presto la sua operazione, da tempo pianificata, nel Nord della Siria". "Le forze armate statunitensi non sosterranno e non saranno coinvolte nell'operazione e le forze statunitensi, che hanno sconfitto il 'califfato' dell'Isis, non resteranno più nell'area".
In Congresso
Il repubblicano Lindsey Graham e il democratico Chris Van Hollen presenteranno in Senato una proposta bipartisan che prevede sanzioni contro la Turchia, se Ankara invaderà la Siria. Graham ha poi dichiarato che chiederanno anche la sospensione dalla Nato della Turchia, in caso di un suo attacco contro i curdi. Graham, uno dei parlamentari che più hanno difeso Trump in questi anni, è stato molto critico con la decisione dell'amministrazione di ritirare le truppe dal Nord della Siria, definita "un disastro in lavorazione"; decisione che lascia campo libero per un'operazione turca contro i curdi.
La 'rassicurazione' di Trump
"Se la Turchia farà qualcosa che io, nella mia grande e ineguagliata saggezza, considererò oltre i limiti, distruggerò totalmente l'economia della Turchia (l'ho già fatto!)". Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha provato a 'rassicurare' i tanti critici, anche negli Stati Uniti, che considerano sbagliata la sua decisione di lasciare il Nord della Siria, dove la Turchia ha intenzione di attaccare i curdi.
La Turchia "insieme all'Europa e ad altri, deve tenere d'occhio i combattenti dell'Isis e le loro famiglie. Gli Stati Uniti hanno fatto molto di più di quello che chiunque potesse mai aspettarsi, inclusa la conquista del 100% del califfato dell'Isis. Ora è il momento che gli altri nella regione, alcuni molto ricchi, proteggano i loro stessi territori. Gli Stati Uniti sono grandi!" ha concluso Trump.
Il comunicato del Pentagono
"Gli Stati Uniti non appoggiano un'operazione turca nel Nord della Siria". Lo ha reso noto il Pentagono, commentando la decisione dell'amministrazione di ritirare le truppe da quell'area, dove sono state attive contro l'Isis insieme ai curdi. L'operazione dei turchi avrebbe come obiettivo proprio i curdi, considerati "terroristi".
"Il dipartimento della Difesa ha chiarito alla Turchia - come ha fatto il presidente - che non appoggiamo un'operazione turca nel Nord della Siria. Le forze armate statunitensi non sosterranno e non saranno coinvolte in una tale operazione" si legge in un comunicato del Pentagono. "Abbiamo costantemente sottolineato con le forze militari turche che il coordinamento e la cooperazione sono la strada migliore per la sicurezza nell'area" e le autorità statunitensi hanno "ribadito che le azioni unilaterali creano rischi per la Turchia". "Lavoreremo con gli altri alleati della Nato e con i partner della coalizione per ribadire alla Turchia le possibili conseguenze destabilizzanti di potenziali azioni per la Turchia, per la regione e oltre".
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